Il Casellario Romagnoli
Il sussidio è costituito da un piano in legno, 50x35 cm, delimitato da bordi, suddiviso da strisce in legno verticali e orizzontali che formano incrociandosi, caselle a base quadrata 2x2 cm profonde 2,5 cm ; completa il sussidio una scatola di legno contenente prismi, ognuno dei quali misura 18x18x45mm. L’uso del casellario è finalizzato nella prima fase della scuola dell’infanzia allo sviluppo del coordinamento bimanuale e della prensione digitale.
Proposte operative: il bambino viene invitato ad infilare i prismi prendendoli uno alla volta, dalla scatola posta sul tavolo vicino alla mano che opera, nella casella che l’indice dell’altra mano individua di volta in volta. L’esercizio, affinché non divenga meccanico e demotivato, deve essere sollecitato da un’immagine reale del vissuto del bambino (i legnetti diventano i compagni, le macchine, etc.). Successivamente il casellario verrà utilizzato dall’insegnante per la verifica dei concetti topologici acquisiti dal bambino attraverso l’attività motoria concreta, per la schematizzazione dell’ambiente, ad esempio scolastico.
Il Cuscinetto
Il cuscinetto in gomma piuma, misura 60x35x5 cm, è utilizzato insieme a cordoncino e spilli. Nella scuola dell’infanzia, per il bambino di circa 5-6 anni, l’utilizzazione del sussidio è finalizzata ai seguenti obiettivi:
- Acquisizione della psicomotricità fine (coordinamento bimanuale, prensione a pinza) e apprendimento della tecnica di base del disegno (ad esempio il bambino fissa con gli appositi spilli il cordoncino sul lato inferiore del cuscinetto);
- Distinzione nella rappresentazione mentale del bambino dello spazio interno ed esterno del disegno (ad esempio contornare una figura geometrica).
L’insegnante, di solito, durante l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, fa un’attenta valutazione dei prerequisiti necessari al bambino per iniziare l’avviamento al Braille. Valutando le capacità e nel rispetto dei tempi personali che caratterizzano il singolo bambino, si cominceranno con il proporre primi esercizi di prescrittura e prelettura, utilizzando all’inizio il materiale strutturato qual è il Casellario Romagnoli, per poi curare il primo avviamento alla letto-scrittura. Questa anticipazione eviterà al bambino disabile visivo il confronto con la diversità di metodi tra quelli per la classe (più o meno globali) e quello necessario per il sistema di letto-scrittura tattile. In questa fase il Casellario verrà utilizzato diversamente, delimitando i sei casellini e riproponendo in questo modo il casellino Braille molto ingrandito (le misure reali del casellino sono 3x6mm). Solitamente con il bambino iniziamo a scrivere le prime lettere, seguendo il metodo analitico e non globale, lavorando sulla loro discriminazione e riconoscimento; inizieremo con le lettere A- B- L e seguendo un ordine rispetto alla posizione dei punti all’interno del casellino, si andranno ad aggiungere le altre lettere.
- Osservazione del Casellario con i sei fori delimitati
- Giochiamo a riempire i fori con i sei legnetti: in alto, al centro, in basso, ognuno dei quali sia a destra che a sinistra.
- Possiamo così iniziare con la lettera A, inseriamo un legnetto in alto a sinistra (in posizione di lettura).
Si può insegnare il Braille giocando, specie con i bambini che frequentano l’ultimo anno della scuola dell’infanzia, utilizzando materiale diverso (sassolini, caramelle, etc.) fissato in modo che anche toccando non si possa spostare nulla e quindi creare confusione nel bambino. A volte variando la tipologia del materiale possiamo ricevere una risposta diversa e facilitare il processo di apprendimento.
L’insegnante attraverso l’esercizio dovrà valutare quando passare all’utilizzo di un materiale con le dimensioni ridotte, valutando le reali capacità del singolo bambino.
Successivamente potrà utilizzare come base, al posto del Casellario, il Colorendo, con chiodini prima grandi e poi piccoli. L’obiettivo fondamentale sarà, in questa prima fase, di rendere piacevole l’avvio al Braille, imparando ad operare in spazi sempre più ristretti, ma precisi e ben delimitati, imparando ad orientarsi con la stessa capacità sia nei grandi che nei piccoli spazi.
Vedere non vuol dire soltanto percepire “qualcosa” con gli occhi, ma cogliere i particolari che la caratterizzano, che la rendono diversa da un’altra cosa che può assomigliarle, uguale a prima vista ma diversa nella sostanza.
Laura Perpignani
ex docente specializzata in servizio presso l’Istituto Statale “A.Romagnoli”
di specializzazione per gli educatori dei minorati della vista
tratto da “I Diritti della scuola” maggio 2005
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